1994 – 1996

OCCHIO x OCCHIO3

(Installazione interattiva)

Struttura

Sfera e prisma trapezoidale in plexiglas, scintille (ad intervalli di 3 minuti, per una durata di 15 secondi) generate da un trasformatore di Teslà (marchingegno elettrico fine ‘800) all’interno della sfera. Alle pareti 3 proiezioni video (diacroniche fra loro) di un occhio con iride che si moltiplica prima per due poi per tre.
Riproduttore stereo autoreverse con nastro magnetico contenente musica elettroacustica diacronica sia alle proiezioni che alle scintille.

Nota critica

Nell’installazione Occhio x Occhio3 (occhio per occhio alla terza), il mito della tecnologia si sovrappone a quello divino. La formula Occhio per Occhio, oltre che un’operazione matematica, connota la vendetta giudaica, e, allo stesso tempo, una presunta rivincita da parte della scienza sul mistero della natura.
L’elevamento alla terza vuol simboleggiare invece la stessa trinità, come rilevano le tre iridi in un solo occhio (proiettate dal video sul muro), a suggerimento di un Dio clonato. Questa sorta di “Super D’Io”, dall’occhio bionico, sbuca dai muri in un surreale voyeurismo e, attraverso l’installazione della sfera in plexiglas sul pavimento, fa il verso a miti positivisti o ad atmosfere da film come Metropolis.

Musica elettroacustica:
Francesco Giomi

Assistenza tecnica:
J.Ch. Bertolet e Mauro Magherini

Dimensioni:
Diametro sfera mt. 1, 3 proiezioni video con diametro mt. 1,5 ca. (la distanza fra le proiezioni e la sfera è variabile in rapporto alla spazio espositivo)

occhioxocchio3 4

OCCHIOxOCCHIO3

Matteo Chini

Il titolo della recente installazione di Lorenzo Pizzanelli, Occhio per Occhio3 svela subito quella che è una delle caratteristiche peculiari del suo lavoro: l’ironia mordente indirizzata verso i luoghi comuni del “sacro” o almeno di ciò che sopravvive come sacro nel contemporaneo. L’immagine ci riporta subito alla mente infatti la triade divina simboleggiata tradizionalmente da un occhio inserito in un triangolo equilatero.

Già nel “Museo Trans-unto”, una delle sue realizzazioni più impegnative, Pizzanelli aveva guardato con spirito dissacrante lo stereotipo della musealizzazione. E lo aveva fatto inscenando nello spazio ridotto della sua abitazione una replica metaforica del luogo di conservazione e di produzione per eccellenza dell’oggetto “arte”.

Un’idea certo assai vicina a quel “Musée des aigles” che era stato per moltissimi anni la sigla del lavoro di Marcel Broodthaers, ma il Trans-unto si è subito posto come luogo di confronto e di scambio tra artisti, critici e galleristi fiorentini. Ha così proposto nel corso della sua breve esistenza due mostre multimediali e una conferenza in “condominio-visione” dal titolo appunto; “il con-dominio dell’arte”.

Accanto a queste kermesse di sapore neonista, Pizzanelli ha sviluppato una serie di lavori incentrati sull’interattività semplice delle cellule foto-elettriche con lo scopo di confrontare direttamente le reazioni dello spettatore con gli stimoli prodotti dall’opera.

Anche in Occhio X Occhio3 il pubblico è sollecitato ad uscire dai consueti parametri di fruizione passiva dell’opera. Entrato in una sala completamente buia, lo spettatore è invitato ad abbandonarsi al flusso quasi ipnotico delle immagini proiettate sulle pareti della galleria, che mostrano le circonvoluzioni di una pupilla sopra uno sfondo, color rosso sangue.
Dopo alcuni minuti il suo movimento risulta così vorticoso e confuso il circolo dell’iride appare triplicato. Ad intervalli irregolari una scarica improvvisa e rumorosa, prodotta da un grande bulbo oculare in plexiglas, distoglie violentemente il pubblico dal flusso delle videoproiezioni.

Grazie a quest’ultimo artificio OcchioxOcchio3  riesce ad evidenziare la struttura “sacrale” che soggiace inconsapevolmente alla percezione quotidiana e sembra quasi dire che creiamo continuamente valore estetico già solo indirizzando lo sguardo in una certa direzione piuttosto che in un’altra.

Da la Stanza Rossa – Anno 6° n° 23 Gennaio-Marzo 1997