1998

ICARO:FIRENZE=DIONISO:X

(Performance)

Video VHS durata 5 minuti circa, il video è testimonianza della performance.

Sinossi: Due sculture composte da palloncini riempiti di elio, raffiguranti i due organi genitali, volano su Firenze.
Il luogo scelto come punto di partenza è Piazza della Repubblica, antico Foro romano fiorentino. Il tempo scelto è il 21 marzo, equinozio di primavera.
Da questi due elementi (spazio e tempo), si intessono, insieme alle sculture aerostatiche, dei rimandi simbolici agli antichi culti dionisiaci dell’antica Grecia.

Un concorso fotografico trasforma l’esposizione delle sculture volanti nel cielo fiorentino in una gara di punti di vista. Le opere, in seguito liberate nell’etere, sono testimoniate da molteplici visioni (quelle degli spettatori stessi).

Ideazione e Regia:
Lorenzo Pizzanelli

Musica:
Francesco Giomi

Montaggio:
Carlo Isola

Riprese:
Stefano Andorlini e Duccio Brunetti

ICARO:FIRENZE=DIONISO:X

Daniele Perra – Happening 21 Marzo 1998

LA VERTIGINE DEL VOLO
Sono molteplici gli elementi che rendono e trasformano “ICARO:FIRENZE=DIONISO:X” in una complessa, fascinosa e macchinosa operazione artistica, trama intricata e ricca di riferimenti alti, interconnessione di mezzi diversi ma non distanti, evento unico che si riproduce a sua volta in vari frammenti iconici, frutto dell’immaginazione, della fantasia e del ricordo di chi è riuscito ad essere presente, a partecipare attivamente e congelare attimi importanti irripetibili.

La realtà dell’evento si dissolve nella finzione della documentazione, i miti antichi si inscrivono in un habitat urbano bene definito e le varie simbologie convivono con la fisicità dell’avvenimento. Icaro, Dioniso, la città di Firenze, come sfondo scenografico culturale e contenitore architettonico, le grandi e leggere sculture aerostatiche, gonfie di elio, sospese e abbandonate, la morbosità dell’appropriazione e l’interazione diretta e non priva di feedback del fruitore che, attraverso l’immagine fotografica immortala e confeziona pochi attimi di esistenza, la trasmissione di dati analogici (l’icona fotografica) in flusso iconico digitale, frammentato nel “labirinto” della rete telematica, diventano i fondamenti di un’opera che non c’è.

Un’analogia di proporzionalità o di uguaglianza di due rapporti come in un’equazione, dove la variabile può scaturire dalla somma degli elementi ricorrenti, e fortemente legati tra loro. É difficile quindi tracciare teoricamente, dando priorità a certi aspetti piuttosto che ad altri, un’azione che si mostra così lineare e chiara nel suo svolgimento.
Tenterò di rendere autonomi i vari momenti unificandoli a loro volta come tessere di un domino in una variabile X che non necessariamente indica, in questo caso, un’unica soluzione ma potrebbe scatenare plurimi rapporti di uguaglianza.

i due fuggiaschi e la Giunnonia Samo
e Delo e Paro e all’opposta mano
Lebinto e la mellifera Calimne,
quando al fanciul di baldanzosi voli
nacque vaghezza; e, dalla scorta fida
allontanato, a maggior cielo alzossi,
Tosto la cera, che le piume annoda,
si rammollisce al Sol, che da vicino
la scalda; ed ecco si dilegua; i reni
sente Icaro spennarsi, e dimenando
le nude braccia invan, rapido cade
nell’onde azzurre, che ammutir le grida, ond’ei
chiamava il padre, e dal sommerso trassero il
nome. L’orbo padre intanto:
Icaro, disse ove sei tu? Per quale
region dovrò cercarti, Icaro mio?
E nel dire questo galleriar su l’onde
mirò le piume; e l’arte sua dannando,
all’estinto diè tomba e il caro nome
n’impose al suol che lo raccolse in grembo.
(Ovidio, Metamorfosi, Vlll).

Il volo, l’estrema leggerezza, la volontà ingenua? Di superare i propri limiti fisici, la fuga dal labirinto, (una costruzione ossessiva e ripetuta), simbolo di un’apparente libertà conquistata. La disobbedienza (il non aver ascoltato Dedalo e i suoi consigli) spinge Icaro all’ebrezza della velocità, della conquista, dell’inconsapevole ascesa verso la morte. La ricaduta in mare, mette in relazione due opposti: il calore del sole e le acque gelide, la luminosità del primo e la profondità e l’oscurità dell’altro.

Il “labirinto” non è forse lo stesso “carcere” che imprigionava il Minotauro, frutto dell’amore tra Pasifae e il toro bianco di Posidone? Non fu Dedalo a consigliare ad Arianna, figlia di Minosse, a dare a Teseo, del quale si era innamorata, venuto da Creta per uccidere il Minotauro, il gomitolo che gli avrebbe permesso di trovare la via d’uscita?
Chi fu il grande consolatore di Arianna abbandonata in Nasso?

Attraverso correlazioni del tutto libere suscitate da da una sorta di perversione di sovrapposizione che solo la mitologia riesce a creare, arriviamo a Dioniso, o Bacco, dio del vino, divinità della potenza fecondatrice e della forza creativa spirituale, dove “la sua autentica originalità, (H. la verità più profonda della sua personalità – tra le più forti e fascinatrici del pantheon ellenico – risiede ed è conchiusa nella sua stessa presenza” (H. Jeanmarie)

Una presenza celebrata in varie feste di villaggio, tra le quali le Grandi Dionisie, che cadevano nel mese di elafebolione (corrispondente all’incirca ai nostri mesi di marzo e aprile), dove la cerimonia principale consisteva in un corteo che portava in processione un fallo imponente, di grandi dimensioni (falloforie) o le Antisterie, sempre all’inizio della primavera, dove avveniva la consumazione del vino nuovo conservato dopo la vendemmia autunnale.

Le ninfe che prima avevano allattato Dioniso si trasformavano in baccanti o menadi seguendolo in turbini frenetici, abbandonandosi a riti orgiastici con satiri e fauni. Un dio quindi dell’ebrezza , della gioia, dell’erotismo orgiastico, delle falloforie.

Il 21 marzo, primo giorno di primavera in cui ha luogo l’happening, diviene l’emblema di un evento celebrativo, culturale. Due grandi sculture aerostatiche, realizzate da palloncini colorati riempiti di elio, elemento di scarto derivato dalla fusione dell’idrogeno, presente in molte stelle e nel sole (Icaro), raffiguranti un sesso maschile di color azzurro e uno femminile di color rosa, sono sospese in aria per un’ora e poi liberate in cielo, incombendo sulla città di Firenze. La città diviene quindi un allargato e aperto labirinto che con le sue cellule abitative imprigiona due giganti organi sessuali.

Nonostante le forme sinuose e morbide dei sessi possano far pensare ad una sorta di rappresentazione erotica, i due organi sono la manifestazione di una probabile e improbabile creazione (l’erotismo come necessità creativa). Come macchine celibi si incontrano, si scontrano, la loro leggerezza le eleva e allo stesso tempo sono vittime frustrate per l’impossibilità di penetrarsi, di combinarsi. La loro potenzialità generativa è del tutto interna: una volta lasciate libere di volare, dopo aver condiviso uno stesso spazio vitale, si allontanano, seguono percorsi diversi e a causa dell’elio scoppiano, perdendo o riconquistando la loro potenzialità creatrice/copulativa.

L’artista aveva già “ricoverato” alcuni sessi in una installazione dal titolo “Sessi malati” del 1966, dove alcune sculture a forma di sessi maschili e femminili (malati), sospesi su aste ospedaliere, rimanevano in vita soltanto attraverso lo scorrere virtuale dei loro liquidi vitali.
Durante l’esposizione dei due organi genitali e allo loro liberazione, gli spettatori sono invitati a testimoniare l’evento attraverso gelidi scatti fotografici. Il fruitore con il suo gesto diviene un elemento costituente l’opera stessa. La volontà di immortalare la visione personale di un’opera, di un monumento, per mezzo della documentazione di un morboso voyeurismo contemporaneo, si trasforma della costruzione vera e propria di un’opera che apparentemente non esiste.

Se l’artista in passato ha realizzato numerose installazioni interattive dove la partecipazione dello spettatore non modificava in alcun modo la “struttura” delle opere, (se non innescare il meccanismo di accensione), che rispondevano in base a correlazioni e risposte preordinate, con ICARO:FIRENZE=DIONISO:X.
L’interazione assume un ruolo fondamentale, in grado di modificare, stravolgere e condizionare la visione di un evento che non si ripeterà mai più.

Sono gli spettatori, attraverso le loro immagini, mischiando, sovrapponendo molteplici punti di vista, a ri-costruire l’evento, anche se persino l’obiettivo fotografico avrà dei limiti a mettere a fuoco i sessi che velocemente si allontaneranno, metafora dell’inafferrabilità della purezza della creazione. L’immaginazione, la fantasia, la curiosità dello spettatore faranno rivivere all’artista pochi attimi di esistenza delle sue creature.

Le numerose immagini saranno raccolte, attraverso un concorso fotografico, inserite all’interno del Web e selezionate per il catalogo, che si trasforma in un work in progress. Le fotografie e, una volta scansionate e digitalizzate, entreranno nella rete delle reti, un “labirinto” artificiale, fatto di migliaia di informazioni sotto forma di bit e si frammenteranno, si disperderanno in migliaia di pixel. Le immagini fotografiche perdono così la loro consistenza ed il navigatore, potendole “downloadare” sul proprio hard-disk, rielaborarle e modificarle, sarà in grado di ricreare nuovi eventi e formulare così l’happening originario. La collocazione delle immagini selezionate per il catalogo, che assume le sembianze di un album di figurine, sarà del tutto libera. Ognuno potrà decidere di inserire un’immagine in una determinata casella, in base alle proprie preferenze, ai propri ricordi, alle personali emozioni e fantasie combinatorie.

Ogni immagine fotografica con la firma dello spettatore-autore è la prova reale di un evento annunciato e avvenuto, di una celebrazione solenne e allo stesso tempo provocatoria della “messa in scena” della vita e la morte.
Un volo vertiginoso dove Eros e Thanatos sono di nuovo indissolubilmente legati.

Dal catalogo ICARO:FIRENZE=DIONISO:X Happening 21 Marzo 1998 – FIRENZE Piazza della Repubblica – ediz. GIUBBE ROSSE

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Prenderanno il volo e si libereranno sopra il Cupolone, sopra Piazza della Signoria, sopra il Ponte Vecchio, per arrivare – chissà? – fino al mare o fino alla luna, a seconda della direzione del vento.

Cosa? Chi? Un gigantesco pene e una gigantesca vagina, ambasciatori del genere presso gli ufo dell’universo. Naturalmente non potranno andare così lontano perché i due organi sessuali, finalmente liberi dai corpi, saranno composti da palloncini gonfiati a elio, ed esploderanno clamorosamente a poche centinaia di metri da terra. Ma comunque è bello immaginare che il “coso” (rigorosamente azzurro) e la “cosa” (rigorosamente rosa) se ne scappino via insieme nel buio della notte interstellare, in un accoppiamento continuo e ormai senza ostacoli.

L’autore dei due sessi gonfiabili è un giovane artista fiorentino, Lorenzo Pizzanelli. Il 21 marzo, giorno dell’equinozio di primavera, Pizzanelli libererà il suo pene a elio azzurro di tre metri, e la sua vagina rosa delle stesse dimensioni nel cielo di Firenze.
Per un’oretta i due mastodontici genitali se ne staranno a ballonzolare a trenta metri di altezza, più o meno sopra piazza della Repubblica e il caffè delle Giubbe Rosse (sede dell’happening artistico) ancorati a terra da un lungo filo trasparente. Poi l’artista restituirà loro l’agognata libertà, anche se di breve durata.

Icaro e Dioniso saranno i due “testimonial” del volo genitale. Icaro in quanto primo e mitico aeroplano a braccia – finito come tutti ben sappiamo – Dioniso per il suo coté porcellone da buon dio della fertilità. “Il riferimento” spiega l’artista – è la sensualità come simbolo della vita, ma anche alla fertilità dell’arte contemporanea”.

Passando agli aspetti pratici, Pizzanelli ha ottenuto il permesso di decorare il cielo fiorentino con le sue sculture, ricorrendo però a una piccola bugia. O meglio a una colpevole omissione – “E’ vero non ho detto cosa rappresentano i palloncini, io so che corro un bel rischio. Ma non volevo che mi bloccassero” dice. Guardi, Pizzanelli che da qui a sabato…

Dal L’Unita 2 –  Toscana – mercoledì 18 marzo 1998

Lorenzo Pizzanelli, instead, proposes the video entitled “icarous:Forence=Dionysius:X”. The title is equivalent to an equation, an incognito which could be linked to something that exists solely in the dimension of the dream. But in this case it is the hostile sense of the illusion that is investigated.
Dionysius is considered as a symbol of enthusiasm and of amorous desire. The deity married Ariadne, forming what is defined as a divine union, Icarus, imprisoned in the maze with his father, after the latter hed helped Ariadne and Theseus to slay the Minotaur, manages to escape thanks to the wings attached to his shoulders with wax. Icarus, however, exulting in hie desire for omnipotence. Trasgresses the barrier of the dream, and flies too close to the sun so that the heat melts the wax holding the wings and he falls into the sea. Icarus is the symbol of the rash intellect and degenerated imagination: sentimental and fatuous exaltation in relation to the spirit and the dream.
Many works in this show invite us to believe that the dream represents real life, the concrete part of existence, in truth, more often than not, what actually exsists between reality and dream is not so much a distance as different points of wiew about the same condition. For this artists, reality materialises in the vision and the knowledge that we have of it. But Pizzanelli invites us to pay attention to human vanities, to the prejudices and facile objectives: not all is as it appears may not correspond to the real vision of the dream.

dal catalogo DREAMING – Carlo Cambi Editore – 2006 (pag.68-69)

Due sculture aerostatiche di cerca 3 metri di lunghezza, realizzate da palloncini colorati riempiti di elio, raffiguranti un sesso maschile (azzurro) e uno femminile (rosa) vengono sospese in aria per un’ora e poi liberate nell’etere. Gli spettatori sono invitati, attraverso un concorso organizzato, a testimoniare, mediante scatti fotografici, l’happening stesso. Le fotografie, consegnate entro il 21 aprile al caffè Giubbe Rosse, diverranno parte di un’opera in CD-ROM comprendente tutti i contributi fotografici.

dal catalogo FIRENZE SPETTACOLO – marzo 1998 – anno XIX – n° 217

Sesy balloons, two 3 metre aerostatic sculptures, made of helium filled baloons, one in blue representing the male sex and the other in pink representing the female one, will be suspended in Piazza della Repubblica on 21 March.
They will then be made to float above the most important Florentine monuments while the spectators are invited to take pictures which will be shown in an exhibition held at Caffè Giubbe Rosse, piazza della Repubblica before 21 April. This is not a joke…must art really come to this?